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Finanza

Mps, controllo Mediobanca con il 62,29%

Mps controlla Mediobanca. L’offerta pubblica di scambio lanciata sulla banca di Alberto Nagel passa con ben il 62,29% delle adesioni. Cosa accadrà ora?

Mps ha preso il controllo

Di certo, Mps ha letteralmente messo a segno uno dei colpi più importanti della sua esistenza e senza dubbio il più significativo degli ultimi anni. Ha infatti superato la soglia decisiva del 50%, ottenendo di fatto il controllo di diritto dello storico istituto milanese.

Le voci già circolavano da tempo, ma sembra proprio che ora il ceo di Mediobanca abbia deciso di dimettersi. Insieme al resto del board, almeno secondo alcune indiscrezioni riportate dal Financial Times. Inutile girarci intorno: Mps non è soltanto il primo azionista di Mediobanca, ma è letteralmente l’”imperatore” (passateci il termine). Questo perché, superando il 50% del capitale, può sfruttare le Deferred Tax Assets (DTA) (ovvero i crediti fiscali differiti), i quali avranno un impatto positivo e diretto sul bilancio consolidato del gruppo.

Altrettanto importante è la possibilità, data da questi numeri, di blindare la governance. Un ulteriore fattore interessante è che, controllando Mediobanca, Mps può essere considerato automaticamente anche il primo azionista di peso di Generali.

Questa partita di risiko bancario italiano cambia in modo significativo gli assetti, soprattutto se la questione viene osservata da un punto di vista politico. Non dobbiamo dimenticare che, nonostante la necessità di dover cedere le proprie quote, attualmente il Ministero dell’Economia e delle Finanze è il primo azionista di Mps con tutto ciò che ne consegue sugli altri istituti citati.

Interessante scoprire le conseguenze

Alla chiusura formale di ieri dell’offerta seguirà il periodo di riapertura dei termini tra il 16 e il 22 settembre. Non è da escludere che Mps possa in questo periodo consolidare ulteriormente la propria posizione. Il raggiungimento di una quota del 66,7% del capitale porterebbe a una fusione piena tra le due banche, aprendo la strada a un dispiegamento totale delle sinergie.

È chiaro come il sostegno arrivato dai grandi azionisti di Mediobanca abbia favorito l’operazione. Ricordiamo che Delfin e Caltagirone, insieme, possiedono quasi il 30% del capitale totale e hanno dato piena adesione. A ruota hanno seguito diversi fondi internazionali e investitori istituzionali come Anima, Tages, Enpam, Fidelity e la famiglia Doris. Sono bastati loro per consentire il superamento della soglia del 50%.

Va ammesso comunque che il ceo di Mps, negli ultimi mesi, ha lavorato alacremente e con competenza per spingere in modo efficace soprattutto sui grandi gestori. Sarà importante e curioso vedere cosa accadrà ora il 18 settembre con i cambiamenti già sussurrati.