Finanza

Un manuale per l’accoglienza dei migranti con vulnerabilità

I migranti più vulnerabili. Nell’ambito dei flussi di persone provenienti da paesi non appartenenti alla UE e in arrivo in Italia, nel corso degli anni, è stata rilevata una crescente presenza di persone con vulnerabilità. Il quadro normativo italiano (art. 17, comma 1 del D. Lgs.n. 142/2015), dispone che “Le misure di accoglienza previste dal presente decreto tengono conto della specifica situazione delle persone vulnerabili, quali i minori, i minori non accompagnati (MSNA), i disabili, gli anziani, le donne in stato di gravidanza, i genitori singoli con figli minori, le vittime della tratta di esseri umani, le persone affette da gravi malattie o da disturbi mentali, le persone per le quali è stato accertato che hanno subito torture, stupri o altre forme gravi di violenza psicologica, fisica o sessuale o legata all’orientamento sessuale o all’identità di genere, le vittime di mutilazioni genitali femminili”.

La pronta individuazione, l’invio e la presa in carico di persone con esigenze specifiche sin dal momento dell’arrivo sul territorio nazionale, e per tutte le successive fasi dell’accoglienza, inclusa quella relativa all’accesso alla procedura di protezione internazionale (o eventualmente ad altre forme di protezione), nonché durante il trattenimento amministrativo, richiedono un sistema complesso di governance.

Il 10 giugno 2025, dopo 14 mesi di lavori, la Prefettura di Agrigento ha pubblicato le Procedure Operative Standard (di seguito SOPs) in applicazione del Vademecum Vulnerabilità del Ministero dell’Interno pubblicato nel 2023. Sono le prime SOPs ad essere state stilate e pubblicate, facendo di Agrigento l’ente pilota in Italia per questo approccio.

Ce ne occupiamo qui perché, sia per l’approccio e il tipo di comunicazione adottato nel manuale che le descrive, sia per il processo condiviso e partecipato che le ha prodotte, le SOPs di Agrigento sembrano marcare una evoluzione favorevole del sistema dell’accoglienza dei migranti – e soprattutto di quelli più vulnerabili. Una evoluzione che si diparte dal modello emergenziale che lo ha contraddistinto, soprattutto nell’ultimo decennio, e che sembra fondarsi, razionalmente, su una conoscenza ormai esperta dei bisogni e delle risorse che possono essere mobilitate in loro risposta.

 Agrigento: un apripista qualificato. Il “Vademecum per la rilevazione, il referral e la presa in carico delle persone portatrici di vulnerabilità in arrivo sul territorio ed inserite nel sistema di protezione e di accoglienza” pubblicato a giugno del 2023 dal Ministero dell’Interno si basava su una prassi virtuosa, ovvero quella di mettere intorno ad un tavolo tutti gli attori coinvolti nell’accoglienza delle persone migranti in stato di vulnerabilità. Alla stesura del documento hanno partecipato infatti, i rappresentanti, sia di Istituzioni nazionali, sia di Organizzazioni Internazionali, tra cui OIM, UNHCR, EASO, UNICEF. La diversità degli interlocutori promuove un modello di governance che favorisca la realizzazione di un approccio uniforme e condiviso e pertanto più sostenibile.

Allo stesso modo, la Prefettura di Agrigento ha chiamato a far parte del gruppo di lavoro interlocutori istituzionali, internazionali ed enti del Terzo settore, e ad essi ha affidato la stesura di un documento con l’obiettivo di definire e sistematizzare le modalità di individuazione e accoglienza delle persone migranti in stato di vulnerabilità.

Farà così da pilota alle altre prefetture un territorio di particolare interesse, poiché include l’Isola di Lampedusa – una dei protagonisti assoluti degli arrivi via nave – e Porto Empedocle, anch’esso intensamente coinvolto nella fase di primissima accoglienza.

La strutturazione delle SOPs. Per la numerosità e la complessità delle questioni a cui si cerca di dare soluzioni operative, si è scelto di strutturare le SOPs in maniera schematica e sintetica. Questa scelta appare in grado di assicurare una consultazione rapida, che favorisca l’”apprendimento” veloce delle procedure da parte di chi dovrà eseguirle, evitando lungaggini e cavillosità di difficile interpretazione nonché cause per attuazione scorretta. Inoltre, essa consente di coordinare e fluidificare gli interventi, ottimizzando le risorse e riducendo i tempi.

Le SOPs, con un linguaggio e una impostazione grafica semplici e sintetici, riassumono procedure, attività, soggetti coinvolti e modalità di comunicazione per la gestione delle diverse tipologie di arrivi (chiamati ancora, in modo improprio, sbarchi): quelli che coinvolgono Guardia Costiera e Guardia di Finanza oppure Search And Rescue-ONG; nonché gli arrivi autonomi con eventuale successivo rintracciamento a terra.

Un capitolo a parte è dedicato a procedure, attività, attori e modalità di comunicazione per il trasferimento da Lampedusa. La rilevazione e il referral delle vulnerabilità vengono trattati in sezioni dedicate, rispettivamente, agli hotspot e ai Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS), e poi sono declinate in relazione alle diverse tipologie di arrivi: Minori Stranieri Non Accompagnati, nuclei familiari, persone sopravvissute a violenza di genere, potenziali vittime di tratta, persone con disabilità e bisogni sanitari specifici, donne e ragazze in gravidanza. Sono trattati anche i casi dell’elisoccorso, delle morti in mare e dell’accoglienza ai sopravvissuti, delle procedure per il riconoscimento della protezione internazionale, ecc.

Merita di essere segnalato il modo in cui le SOPs affrontano il tema della riservatezza, essenziale nei confronti di persone in condizione di una vulnerabilità così grave. Si raccomanda che tutte le attività e comunicazioni rispettino la normativa sulla privacy e la gestione dei dati sensibili, specialmente quelli sanitari o giudiziari, e siano fatte circolare solo tra soggetti autorizzati. Le informazioni sulle vulnerabilità vanno condivise tempestivamente per garantire un’adeguata presa in carico. Una nota pratica riguarda l’uso di WhatsApp (esistono, come si apprende dalle SOPs, quattro gruppi Whatsapp ufficiali dedicati), che, se indicato nelle schede per ragioni di urgenza, è ammesso solo per dati non sensibili. In presenza di minori, si raccomanda di adottare un approccio “child-friendly” per tutelarne il diritto all’ascolto e alla partecipazione. La mediazione linguistico-culturale, inclusa la LIS, deve essere garantita in ogni fase dell’intervento per rifugiati e migranti, in ambienti sicuri e riservati e deve essere svolta da personale qualificato, nel rispetto di riservatezza, genere, età e bisogni specifici, anche sanitari.

Data la natura sperimentale del nuovo approccio all’intervento su questioni così articolate e delicate, è previsto un meccanismo di verifica in itinere, che contempla la possibilità di ridisegnare e di riprogrammare gli interventi.

Conclusioni. Il modello emergenziale – comune alla gestione di molti fenomeni critici in Italia – secondo il quale si è affrontata l’immigrazione internazionale nel territorio nazionale è costoso, farraginoso e disfunzionale. Di fronte all’arrivo non programmato di persone in cerca di lavoro, di aiuto, di protezione, il nostro Paese e l’Unione Europea dispiegano una molteplicità di azioni, regolate da ondate successive di normative, a volte sovrapposte, a volte non coincidenti, di attori e soggetti diversi. L’iniziativa della Prefettura di Agrigento di coordinare gli sforzi, e di pubblicare in un manuale sperimentale di facile consultazione le Procedure Operative Standard (SOPs) può essere vista come il segno di un cambiamento di rotta nel modo di affrontare i problemi posti dalle migrazioni, imparando dalla esperienza e anche da errori passati che hanno, purtroppo, comportato danni altissimi e perdite umane. La prospettiva adottata con le SOPs parte da una guida nazionale, che tutte le prefetture e di conseguenza tutti i territori dovranno adottare. Essa rappresenta una condizione di partenza utile per il disegno di una strategia di intervento omogenea e riconosciuta in tutta Italia. Ogni prefettura avrà il compito di declinare il vademecum tenendo conto delle caratteristiche del proprio territorio in modo da rispondere nel modo migliore ai suoi bisogni specifici. Le SOPs di Agrigento, territorio particolarmente interessato dagli arrivi via mare, sembrano rispondere bene a questa esigenza ed è facile prevedere che quelle di Trieste che, invece, è coinvolta dagli arrivi via terra, saranno significativamente diverse.

È apprezzabile il coinvolgimento nei tavoli di lavoro a livello locale degli stessi attori che hanno lavorato a livello centrale, perché il continuo confronto tra punti di vista diversi ed esperienze consolidate può arricchire l’analisi, e, di conseguenza, consentire soluzioni più adeguate alla complessità delle situazioni.

Nei prossimi mesi, ci documenteremo circa l’effettiva attuazione delle SOPs di Agrigento e della eventuale pubblicazione di analoghi manuali da parte di altre Prefetture.