Tassa sulle cedole, cosa è
Cosa è la tassa sulle cedole? Scopriamo insieme cosa riguarda nello specifico questo tributo decisamente rilevante all’interno della Manovra 2026.

Negli ultimi mesi è tornata prepotentemente sotto i riflettori la questione della tassazione delle cedole. Ovvero quei pagamenti periodici che si ricevono da obbligazioni o titoli di stato come ricompensa per aver prestato denaro. Per capire bene cosa sta succedendo occorre chiarire anzitutto che in Italia le cedole di titoli diversi sono tassate in misura differente.
Per i titoli di stato italiani (o emittenti esteri equiparati) l’aliquota dell’imposta sostitutiva è pari al 12,5%. Per le obbligazioni societarie, corporate o strumenti che non rientrano nella lista bianca statale, l’aliquota ordinaria è invece del 26%.
La tassa sulle cedole di cui stiamo parlando è un ulteriore provvedimento che modifica le regole per i dividendi e anche per certi redditi da capitale, in particolare con riferimento alle partecipazioni societarie. Con la manovra per il 2026 il legislatore ha infatti introdotto una stretta sulle partecipazioni inferiori al 10%. Le holding che detengono partecipazioni sotto tale soglia non beneficeranno più del regime di quasi-esenzione (1,2%) sulle cedole ricevute, ma saranno soggette a un’aliquota del 24%.
Cosa cambia concretamente? Per un investitore che riceve una cedola da un titolo di stato italiano, nulla di nuovo sul versante aliquota: resta al 12,5%. Se invece l’investitore riceve crediti o dividendi da partecipazioni societarie in cui l’azionista è una holding che possiede meno del 10% del capitale della società partecipata, allora la tassazione passa a una quota molto più elevata.
Questo significa che per chi opera tramite holding o società di partecipazione questa nuova norma rappresenta un aumento dell’onere fiscale. Le imprese interessate stimano che l’aumento porterà un gettito annuale per lo Stato vicino al miliardo di euro a partire dal 2026.
Non colpisce tutti

Dal punto di vista tecnico, quando si parla di cedola si intende il pagamento periodico dell’“interesse” che un obbligazionista riceve dal titolo acquistato. Le cedole sono quindi redditi da capitale e la tassazione avviene al momento dell’incasso, salvo situazioni particolari.
Per investitori privati che detengono titoli di stato italiani, il netto dell’importo ricevuto sarà quindi lordo meno il 12,5% di imposta. Per obbligazioni societarie o strumenti analoghi, bisogna invece considerare il 26%. E ora con la nuova norma, per certe cedole “societarie” in ambito holding, l’aliquota sale al 24%.
C’è un punto importante da tenere a mente in caso di tassa sulle cedole. La distinzione tra tipo di titolo e tipo di soggetto che riceve la cedola è fondamentale. Non si tratta di un’unica tassa uguale per tutti, bensì di regimi fiscali diversificati a seconda dell’emittente, della natura del titolo, della qualità dell’investitore e della dimensione della partecipazione. In questo senso, definire la tassa sulle cedole come un’unica misura può essere fuorviante.