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Finanza

Dazi, aveva ragione Donald Trump?

Sui dazi aveva ragione Donald Trump? No, soprattutto sul lungo periodo. Ma che attualmente il deficit commerciale statunitense sia crollato ad aprile è un dato di fatto.

Cosa è accaduto per via dei dazi

Pensando alla storia finanziaria di Donald Trump, non è possibile essere certi che avesse potuto prevedere ciò che è accaduto. Ma è un dato di fatto che il tira e molla sui dazi, con i vari movimenti che ne sono conseguiti da parte delle aziende, abbia portato ai risultati ora registrati.

L’introduzione delle tariffe ha portato il deficit commerciale statunitense a scendere a 61,6 miliardi di dollari. Registrando un calo decisamente più alto di quello atteso. A causarlo è stato, come anticipato, il comportamento delle aziende che a marzo lo avevano fatto salire acquistando prodotti dall’estero prima dell’entrata in vigore delle tariffe. Dopo il “Liberation Day” e nonostante la sospensione dei dazi reciproci annunciati, si è registrato un calo delle importazioni pari al 16,3%. Accompagnato da un aumento dell’export del 3%.

È proprio per questo che la politica commerciale di Donald Trump, sul lungo termine, non potrà essere sostenibile. Le varie aziende che importano dall’estero, infatti, hanno sicuramente utilizzato il surplus acquistato a marzo nei mesi successivi, rendendo inutile l’acquisto nel corso di quei mesi. La vera prova del nove la si avrà quando i dazi entreranno in piena applicazione. E il mercato dovrà fare i conti con una crescita della spesa necessaria.

I dati relativi a Canada ed Europa

Questo non significa che non vi siano stati effetti in Europa. Le importazioni dall’Unione Europea in America sono crollate a 54,4 miliardi, per un calo di ben il 35%. Va detto che, allo stesso tempo, il deprezzamento in atto del dollaro rende più conveniente per chi è all’estero acquistare prodotti americani.

Si può dire che la questione dazi è come un cane che si morde la coda dove i dati assoluti, in questo caso, raccontano di un sistema non destinato a durare. Il crollo delle importazioni di beni di consumo ad aprile, tra l’altro, riguarda in particolare i prodotti farmaceutici. Nonché le forniture industriali, le automobili e altri beni strumentali.

Qualcosa che, prima o poi, servirà al popolo americano. E che gli Stati Uniti non sono in grado di produrre a stretto giro, soprattutto per quel che riguarda l’industria farmaceutica e specifici strumenti.

A risentire maggiormente dell’effetto dei dazi, attualmente, è il Canada. È infatti scesa anche la domanda di beni canadesi negli Stati Uniti di quasi il 16%, proprio per via dei dazi applicati. Per quanto siano aumentate le esportazioni verso il resto del mondo, il Paese ancora non è riuscito a compensare adeguatamente il calo relativo al mercato statunitense.